
Cosicché, guardandomi nell’anima ho pensato di volere porre rimedio ad una insofferenza tutta femminile: e maturata nella nostra modernità con un guardaroba progettato come un mosaico di tessere da accoppiare per stremanti affinità e cromatismi.




ad una seconda pelle, versatile e prestante che fosse in grado di assorbire in se tutte le energie di un corpo interamente stilizzato.
Quindi, lo Stile come PELLICOLA SENTIMENTALE, SUPERFICIE CANGIANTE che attraverso una forma unitaria e monocroma, fosse in grado di concedere maggiore libertà e fascino senza quella secolare applicazione ormai faticosa ed intollerabile.

Non è più dunque l’abito, che poggiandosi sul corpo lo determina, ma questa sorta di tuta o di seconda pelle che raccogliendo lo stato d’animo di chi la indossa ne esprime libertà, chiarezza di idee, e volontà espressiva.





Che pure, comunque, rimane anche essa alla base delle nostre passioni. Un estetica dei corpi una funzionalità per il tempo che viviamo. Che pure, comunque, rimane anche essa alla base delle nostre passioni. Un estetica dei corpi una funzionalità per il tempo che viviamo.